Esiste un segreto per raggiungere la felicità?
È una domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita e devo dire che, grazie al lavoro che mi sono scelta, oltre a farmela io stessa, è una cosa che mi sento chiedere da molte persone. Ti dico subito che non so se esiste o non esiste un segreto, in verità faccio fatica anche a definire con precisione cosa sia la felicità.
Ciò di cui sono certa però, è che per riuscire a vivere una vita piena di soddisfazioni (quindi possiamo definirla felice?) ci vogliono impegno, costanza e determinazione. La felicità non è uno stato d’animo continuo e sicuro, ma un percorso lungo quanto la vita che si compie e costruisce giorno per giorno con piccoli e grandi passi e che può essere diverso per ognuno di noi.
C’è però un aspetto che è sicuramente essenziale per riuscire a condurre una vita piena di soddisfazioni, un aspetto che tutti dovrebbero seguire e senza il quale difficilmente si può essere felici. La cosa più interessante è che non lo dico io e non l’ha scoperto nessun sedicente guro motivazionale di cui oggi la rete è piena.
Lo dice il più lungo studio scientifico sul comportamento umano condotto alla Harvard University che dura da circa 80 anni e ha coinvolto fino ad ora 724 uomini. Robert Waldiger, psichiatra e direttore di questo studio, ne ha parlato in un suo speech per Ted. Trovi il video in fondo alla pagina, è in inglese e dura circa 15 minuti, io ti consiglio di guardarlo ma se hai problemi di tempo o con la traduzione, te lo racconterò in questo articolo.
Lo studio più lungo di sempre sulla felicità
Cosa ci mantiene felici e in forma durante tutto l’arco della vita?
Questa è la domanda da cui sono partiti i creatori dell’Harvard Study of Adult Development ed è una domanda a cui chiedo anche a te di dare una risposta. Smetti di leggere e pensaci per qualche minuto.
Se hai pensato alla ricchezza non sei l’unico, come non sei solo se la tua risposta è stata “diventare famoso”. L’80% degli intervistati a un sondaggio ha scelto la prima risposta mentre sulla seconda si sono fermati solo il 50%. Bene, questo studio li ha ampiamente smentiti.
Dal 1938 per circa 80 lunghi anni, una squadra scelta ha tracciato la vita di 724 uomini con domande su temi importanti come il lavoro, la salute, la casa, ecc. Per far sì che la ricerca fosse il più precisa possibile, gli intervistati sono stati scelti tra due tipologie opposte di persone:1. Studenti del 2° anno dell’Harvard College
2. Ragazzi delle famiglie emarginate dei quartieri poveri di Boston
Due situazioni completamente diverse, non trovi?
Per anni sono state portate avanti queste interviste, i ragazzi intanto crescevano entravano nel mondo del lavoro, invecchiavano. Tra di loro ci sono operai come ci sono avvocati, muratori, dottori e addirittura un Presidente degli Stati Uniti (non ci è rivelato il nome purtroppo).
C’è chi ha avuto problemi con l’alcolismo, chi di schizofrenia, chi ha fatto carriera anche partendo dal basso e chi invece partendo dall’alto è arrivato a toccare il fondo. Insomma c’è di tutto, il giusto mix per arrivare a una conclusione giusta e imparziale.
Ma appunto, dopo oltre 75 anni di studio (tra l’altro non ancora interrotti visto che 60 dei 724 partecipanti sono ancora vivi e si è iniziato a tracciare anche la vita di 2000 figli del gruppo di partenza) cosa si può concludere da tutta questa immane mole di dati e di informazioni?

Non sono i soldi, non è la fama…
Ebbene sì, la cosa che ha mantenuto in vita felici e in salute questi uomini non è né la ricchezza né la fama. Qualcuno di loro ha anche raggiunto questi due “traguardi”, ma non è stato questo a fare la differenza.
Quello che questo studio ci dice è che ciò che conta e che fa davvero la differenza se si vuole vivere una vita felice e soddisfacente arrivando alla tarda età in salute e serenità, è la QUALITÀ DELLE NOSTRE RELAZIONI.
Sono tre le lezioni che possiamo apprendere da tutto questo lavoro:1. La solitudine è un’esperienza tossica. Non si parla qui di single, ma di persone che desidererebbero essere meno isolate di quanto sono. Anche in mezzo a una folla si può essere soli, come si può essere soli in un matrimonio. Queste persone sono meno felici e la loro salute verso la mezza età declina prima rispetto alle persone che sono socialmente connesse.
2. Non è il numero degli amici o il fatto di essere impegnato in una relazione amorosa ciò che conta. A fare la differenza è la QUALITÀ delle relazioni intime e più vicine.
Vivere in mezzo ai conflitti è deleterio per la salute, mentre le persone che vivono relazioni soddisfacenti sono quelle che a 80 anni sono più sane.
3. Vivere buone relazioni protegge, oltre al nostro corpo, anche il nostro cervello. Il fatto di sapere di poter contare su qualcuno a 80 anni, rafforza le funzionalità del nostro cervello come per esempio la memoria.
RELAZIONI DI QUALITÀ = SALUTE + SODDISFAZIONI + FELICITÀ
Saper creare e gestire buone relazioni è dunque un must se si vuole una vita soddisfacente. Questo non vuol dire per forza avere una relazione come non vuol dire che la relazione debba essere sempre tranquilla e pacifica.
I litigi non rovinano la salute se nel profondo sentiamo che nonostante tutto possiamo veramente contare sulla persona con cui stiamo discutendo e, molto importante, se ricambiamo e anche lei può contare su di noi.
È solo questo il segreto della felicità? Non credo, ci sono anche altri due o tre aspetti fondamentali per vivere una vita davvero serena, ma per oggi iniziamo da qui, magari provando a ricostruire quei rapporti con persone per noi importanti che per un motivo o per l’altro si sono strappati.
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